- Uscita
- 2024
- Regista
- Francesco Fanuele
- Paese
- ITA
- Durata
- 105'
Voto complessivo
I nostri voti
In breve
Sotto Natale siamo tutti più stressati dalla vita, così, arrivato in riserva di energie intellettuali, ho ceduto e ho messo play alla prima cosa disimpegnata che il dannato Netflix aveva da offrirmi e nutrito il mio lato tenero nella stessa mossa.
“Ma chi ti conosce?” vede protagonisti due dei Bastardi di Pizzofalcone, Simona Tabasco e Antonio Folletto, fianco a fianco in una commedia romantica che, per chi ha dimestichezza con la DC Comics e la storia di Hawkman e Hawk-Girl, non ha quasi niente di nuovo: due amanti dell’Emilia medievale si giurano un amore che vinca anche la morte. Potevano mischiare un po’ le carte in tavola e i ruoli sociali, invece vince la coerenza storica e la formula per sancire il legame è la tipica situazione patriarc…ehm, cavalleresca: “promettimi che mi ritroverai nelle prossime vite”. “certo mia amata”, e così è. Nel 2024, le reincarnazioni dei due sono una violinista sulla cresta dell’onda e un pittoresco romano e romanista che, incredibilmente, non è andato a Bologna per iscriversi al DAMS, bensì per fare il muratore con lo zio. Non mi va di raccontarvi la trama, ma tanto diciamocelo, è un film di Netflix e a grandi linee ve la potete immaginare: si conoscono, si odiano ma sotto sotto si piacciono, passano un po’ di tempo insieme in modi quantomai improbabili, lei si innamora, lui fa il coglione ma poi rimedia, l’amore ha vinto di nuovo. In mezzo il regista Francesco Fanuele prova a giustificare, senza impegnarcisi più di tanto, la loro “connessione cosmica”, che fa provare all’uno le emozioni dell’altra a distanza, facendola spiegare a una psicologa (quella che a scuola ci hanno insegnato essere “il personaggio che aiuta gli innamorati”, tipo la Balia di Romeo e Giulietta).
Se vi aspettavate il miracolo di Natale di un film bello su Netflix, mi dispiace deludervi. Se però avete voglia di passare un’ora e quaranta del vostro tempo (magari di coppia?) di moderata presa a bene, allora è vivamente consigliato.
Il film è carino, le situazioni create sono un po’ melense, ma azzeccate -notevole il potere emotivo della musica su di lui e della “maggica” su di lei-, il duo attoriale funziona bene e neanche i comprimari stonano. Lascia un po’ di amarezza il fatto che il film faccia leva su quella parte di noi che vorrebbe credere nelle affinità elettive, in un destino scritto immancabilmente verso un lieto fine, e che però tutto questo, per verificarsi, abbia bisogno di una serie di circostanze magiche, avendo come effetto collaterale quello di ricordarci che invece la vita vera, spesso, è una merda. In sua difesa, però, non ha alcuna pretesa di mandarci un messaggio serio, ma solo di intrattenerci, e bisogna riconoscere che questo lo fa.