- Uscita
- 2023
- Regista
- Demián Rugna
- Paese
- Argentina
- Durata
- 99 min
Voto complessivo
I nostri voti
In breve
In un’ambientazione a metà tra la campagna Argentina e l’entroterra sardo prende forma questo horror dalle tinte demoniache e lo sfondo distopico.
Contesto: Dio è morto, le chiese hanno fallito e i demoni hanno campo libero per proliferare. Tutto ciò, a onor del vero, si intuisce un po’ a spezzoni ma aggiunge succo al film, perciò…prego, non c’è di che.
Ciò detto, un infetto da questa epidem(on)ia si nasconde in piena vista in una casa sperduta in provincia di (America) Latina, tre paesani lo trovano e, come in ogni santo horror, nonché in ogni paesino che si rispetti, non si fanno i cazzi loro e ne pagano le brutali conseguenze.
Seguite il protagonista Pedro nel suo romanzo di formazione al contrario, in cui passa dall’essere l’unico personaggio assennato, nonché premuroso padre di famiglia dal passato burrascoso, al più colossale degli idioti. Per carità, “la maldad” ha la sua parte nello stressarlo fino a condurlo alla disperazione facendo leva sulle sue insicurezze umane – dinamica anche interessante, sebbene non troppo innovativa – ma lui sembra mettercela davvero tutta dal canto suo, tanto che anche la trama, dopo un ottimo avvio, un po’ risente delle scelte di vita del suddetto fagiano.
Quando sei tu stesso che all’inizio esponi e segui con cura le regole di sopravvivenza elementare con gli zomb…ehm, posseduti, ma poi cominci a ignorarle sistematicamente quando ti si para davanti la possibilità di sconfiggere il male, la reazione di chi vi scrive è un sonoro
“Ma allora sei stronzo!”.
A parte questo, il film fa comunque la sua figura, attori non incredibili ma senz’altro tutti credibili, scelte di regia decisamente interessanti e quasi mai banali, e soprattutto un’idea dignitosa e sviluppata coerentemente, fotografia retrò (o solo compatibile col budget che avevano?) ma comunque in linea con l’ambientazione rurale.