Challengers

18 Agosto 202460/1004 min
Uscita
2024
Regista
Luca Guadagnino
Paese
USA
Durata
132'
Voto complessivo
I nostri voti
Regia
Recitazione
Sceneggiatura
Fotografia
Colonna sonora
Semantica
In breve
“Challengers” punta forte sul tennis e su un “triello” amoroso che vede protagonisti Zendaya e altri due presi a caso. Peccato che la questione emotiva sia ben presente nella sceneggiatura, mentre quella sportiva appare degna di un gioco da console.

Torna il guru dell’erotismo cinematografico contemporaneo. Torna colui che sa farvi cogliere del sesso anche mentre fate la raccolta differenziata.

A catturare l’attenzione di Guadagnino stavolta è il tennis, sport di racchette, dritti e rovesci, dropshot, battute, gonnelline svolazzanti, urla ansimanti da fondo campo…Questo film si scrive da solo.

Va in scena un “triello” amoroso lungo circa 20 anni tra due cari amici e giovani prodigi del tennis e una campionessa in erba (Zendaya) che subisce un gravissimo infortunio in età adolescenziale e deve dire addio ai sogni di gloria. A quel punto diventa un’allenatrice taumaturga in grado di far vincere anche le pippe.

Il mantra del film è che tutti vorrebbero avere lei, ma è lei a fottere tutti perché è stata inculata dalla vita.

È la parte migliore del film, questa passione tra i tre duellanti che non è semplice attrazione fatale, è vera tensione emotiva ai limiti del thriller, è sfida, è competizione. Il titolo è azzeccatissimo nell’alludere tanto ai tornei challengers in cui giocano i tennisti con ranking più basso per acquisire punteggio quanto agli “sfidanti” protagonisti della storia.

L’ombra di una vulva proiettata su un’amicizia di lunga data tra maschietti senza personalità. Un classicone

Per intenderci, non parliamo di “50 sfumature di tennis”, non è una roba semplicemente piccantella, se vi aspettate questo cambiate film… o partner.

Quel qualcosa in più dovrebbe essere proprio il tennis e gli scambi con la racchetta come metafora della vita. Il fatto è che a non convincere è proprio il tennis: sguardi, movimenti a fondo campo e una musica inspiegabilmente tra la disco e la techno sono da Wii sports. È tutto estremamente fastidioso da vedere, aggravato dal fatto che i personaggi ripetono ossessivamente questo schema “testa di serie-testa di cazzo” che a un certo punto logora anche loro.

Non tutto è da buttare. Per esempio, l’università di Stanford credo che abbia apprezzato molto l’omaggio alla sua scuola tennistica che pare offrire agli atleti adolescenti la vittoria di tanti slam e chiavate. What else?

Match point annullato.

Autore

Jingle Welles

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