- Uscita
- 2024
- Regista
- Johan Renck
- Paese
- USA; CZE
- Durata
- 108'
Voto complessivo
I nostri voti
In breve
A dispetto del titolo e della presenza di Adam Sandler, Spaceman è un film drammatico.
Ci troviamo in una Terra futura (?) in cui le due note superpotenze spaziali di Repubblica Ceca e Corea del Sud (ok il film non disdegna note di fantasy e sci-fi) si sfidano a chi riuscirà per prima a entrare e a riprendere l’interno della nube cosmica viola sconosciuta, potenzialmente pericolosa e visibile dal cielo di casa. Leggasi “incularella”.
Ma di questo ce ne frega il giusto perché, come detto, siamo di fronte a un dramma d’amore che vede protagonisti Jakub, umano attento solo alla sua carriera e con la personalità poliedrica di una libreria, e la moglie Lenka, di cui sappiamo esclusivamente che ama correre nei boschi e andare alle feste.
La relazione tra i due è tutt’altro che idilliaca, ma nessuno trova il coraggio di esprimere il proprio malessere all’altro. Anziché parlarsi, pongono le basi per trasformare il proprio dramma in una tragedia: lei rimane incinta e lui parte da solo per la missione spaziale. E secondo voi perché mai i problemi di questa splendida coppia dovrebbero esplodere proprio all’apogeo del viaggio interstellare?!?
È qui che sostanzialmente inizia il vero film, quello che vuole essere: un lungo processo di psicoanalisi del cosmonauta nello spazio.
Ad aiutarlo, sarà un ragno. Sì, avete letto bene, un ragno, un Aragog spaziale, un Freud versione aracnide, uno spider ranger, fate voi, fatto sta che c’è un cazzo di ragno in quella navicella.
Ora, direte voi, il Gagarin ceco non è più in sé. Ma no, lui sta una crema, dieta da allevatore di trigliceridi a bordo grazie a barattoli simil ketchup e surrogati di Nutella, e poco riposo, grazie allo scarico del cesso che fa rumore (che bella metafora: per quanto lontano possiate andare, ci sarà sempre uno scarico a tormentarvi). Credo di aver capito perché la produzione USA non lo ha reso astronauta della NASA e ha messo Raji di TBBT alla torre di controllo.
Jakub ha tutto a bordo, tranne un insetticida.
Come dicevo, da qui parte il film, che ci vede spettatori del percorso di Jakub fatto di sedute dallo strizzacervelli a 6 occhi. Riuscirà nostro rocket man a riprendersi e a completare la missione?
Potrà sembrare un contenitore colmo di assurdità, ma l’unica bizzarria è che non si tratta di un film da buttare, anzi. Togliete di mezzo lo spazio, le stelle e la sfida dell’ignoto, insomma togliete Cuaron e Nolan da questo film e concentratevi sul resto. Più gli amanti si allontanano, più si scava nel loro rapporto. Un contesto così diventa quindi funzionale esclusivamente a restituirci la connessione o meno tra Jakub e Lenka. Espediente originale e ben riuscito.
Dopo la serie “Chernobyl”, il regista Johan Renck si dimostra audace anche alle prese con un lungometraggio. Ok Johan, avevi la mia curiosità, ora hai la mia attenzione!