Perfect Days

22 Giugno 202480/1004 min
Uscita
2023
Regista
Wim Wenders
Paese
Giappone, Germania
Durata
123 min
Voto complessivo
I nostri voti
Regia
Recitazione
Sceneggiatura
Fotografia
Colonna sonora
Semantica
In breve
Monolocale di periferia col futon e i bonsai. Stacco. Sogni in b/n. Stacco. La vita è complicata, ma quanto è bello quel bruco e chissà che cosa diventerà domani, ora lo fotografo in analogico. Stacco. Wenders il suo film sul Giappone se lo gioca così e, nonostante gli stereotipi, la cosa funziona.

Wim Wenders, l’ultimo samurai dei registi, ci regala un film di cui i giornali non parlano abbastanza per un motivo molto pratico: è quasi impossibile spoilerarne la trama.

Il regista tedesco torna a raccontarci uno spaccato di Giappone a distanza di quasi quarant’anni da Tokyo Gā, e lo fa con un film delicato ma pregno di significato ed emozioni.

Qualche giorno in compagnia di Hirayama, interpretato dal bravissimo Koji Yakusho, ci portano principalmente in giro per gli stupendi bagni pubblici di design della capitale giapponese. Un film così lo distribuisci in Italia e già ti piace vincere facile facendoci esclamare ad una sola voce: “noo vabbè, guarda come stanno avanti questi, fantascienza”. E vi dirò che questa impressione pervade un po’ tutto il film: Il topos dell’europeo che va lì e riporta il mito di una cultura estremamente rispettosa ed attenta ai dettagli vale, in parte, anche per un artista come Wenders, che però, da vero autore, sa bilanciare l’aspetto favolesco con degli elementi di realismo, tipo un passato piuttosto complicato e decisamente irrisolto del protagonista che viene solo accennato perché non è il focus del film, al quale però dà uno spessore maggiore. Sì, perché va bene la cura dei bonsai, ma in effetti pure saper esprimere le proprie emozioni nella vita può essere utile. Un senso di nostalgia pervade tutta la pellicola ed è esemplificato bene dalla colonna sonora ferma agli anni ’70 statunitensi, e i brani scelti sono tutti stupendi. Anche in questo caso, un po’ ti piace vincere facile con Lou Reed e Patti Smith, ma in parte sicuramente la scelta è molto azzeccata: non c’è un brano che sia di un millimetro fuori posto. Per fortuna, però, non mancano neanche riferimenti ad opere giapponesi: ho già inserito “leggere Aya Koda” tra i miei buoni propositi per il 2025.

Insomma, il film è fatto di piccole cose, di quotidianità e anche un po’ di stereotipi latenti, ma niente di tutto ciò impedisce una visione piacevole, così come non lo fa un ritmo decisamente lento. Se anche voi tornerete a casa con l’idea che la perfezione di certi giorni risieda in dettagli apparentemente insignificanti, il regista avrà lasciato un segno nel mondo e vi aiuterà a lasciarne uno tutto vostro, ma comunque nel dubbio continuate a fare anche la raccolta differenziata. 

Autore

Martin Scherzoso

Martin Scherzoso

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