Past Lives

21 Giugno 202474/1006 min
Uscita
2023
Regista
Celine Song
Paese
USA
Durata
106 min
Voto complessivo
I nostri voti
Regia
Recitazione
Sceneggiatura
Fotografia
Colonna sonora
Semantica
In breve
Se continuano così, ancora qualche anno e questi di Seulwood ci mandano tutti a raccogliere pomodori.

Se solo fossi stato un amante del genere romantico.

 

Se solo fossi stato un amante del genere romantico sarei stato in grado di scrivere una recensione puntuale, esatta e celebrativa di questa pellicola unica, come una piccola gemma. Una di quelle pietre che non saltano subito agli occhi ma ti riescono a catturare con le loro delicate sfumature iridescenti. Non un volgare ice trappariano, ma qualcosa di elegante e che, se vai a controllare, vale più di tutte quelle capezze diamantate.

 

Se solo fossi stato un amante del genere romantico avrei tessuto le lodi della straordinaria regista, Celine Song, soprattutto alla luce del fatto che Past Lives è la sua opera prima. Avrei sottolineato come la natura autobiografica della sottotrama dia spessore e forza a tutto ciò che la regista ha deciso di raccontare sullo schermo. Un realismo ed un’umanità difficilmente riscontrabile all’interno del suo genere cinematografico, una trama scevra da sensazionalismo, iper-romanticismo e ogni altra terribile scelta adottata per fare Pretty Woman. Che poi siamo tutti d’accordo che generalizzare sia sbagliato, ma non è certo un caso che uno è stato diretto da uno yankee maschio bianco, andate a vedere la filmografia del signor Garry Marshall, mentre Past Lives è stato partorito da una donna nata in Corea del Sud e trasferitasi in Canada. Ma quanto so’ teneri i Canadesi?

 

Se solo fossi stato un amante del genere romantico non mi sarei mai permesso di dire che il realismo e la semplicità della trama, che avrei sicuramente decantato, la rendono, nella parte centrale del film, un po’ troppo lenta e noiosa. Alla fine ci dovrà pur essere una ragione se nessuno decide di girare un film su Zio Pino, il postino del Quadraro. La colpa non è dello sceneggiatore, è la vita che è una merda.

 

Se solo fossi stato un amante del genere romantico non mi sarebbe sfuggito come il direttore alla fotografia, inutile che vi scrivo il nome tanto non ha neanche la pagina su Wikipedia, sia stato in grado di creare un delicato e sottile dualismo cromatico tra le scene con il riccioluto americano e il coreano impostato; andando a sottolineare con colori più sgargianti un rapporto platonico ed etereo rispetto ai più realistici utilizzati nelle scene in cui viene rappresentato un amore più solido e quotidiano. (Ci tengo a precisare che ho utilizzato delicato e sottile con cognizione di causa, gradirei non vi immaginaste la differenza tra Barbie e Oppenheimer).

 

Se solo fossi stato un amante del genere romantico avrei ampiamente elogiato la performance dei due attori protagonisti, soprattutto della bravissima Greta Lee, il cui solo difetto è avere genitori che hanno deciso di emigrare nella nazione che si trova dal lato sbagliato dei Grandi Laghi, a differenza della regista della pellicola.

 

Se solo fossi stato un amante del genere romantico vi avrei detto di correre in sala a vedere questo film, anche a chi non si ritiene un amante del genere romantico.

 

Peccato…peccato che non sia un amante del genere romantico.

 

P.S. Se continuano così, ancora qualche anno e questi di Seulwood ci mandano tutti a raccogliere pomodori.

Autore

Quentin Malandrino

Quentin Malandrino

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