- Uscita
- 2023
- Regista
- Nia DaCosta
- Paese
- USA
- Durata
- 105 min
Voto complessivo
I nostri voti
In breve
Eccoci al non troppo atteso 33esimo film dell’UCM, che esce nel (e conferma) il suo periodo più buio dal 2008 ad oggi.
Non lo so, Rick…Non lo so se voglio vederlo…
Carol Danvers (aka Capitan Marvel aka Federica Pellegrini) torna per un’avventura corale, affiancata da Kamala Khan e Monica Rimbaud, come sa chi ha seguito anche le serie TV su Disney+. Per chi non le avesse seguite, vi diciamo: avete impiegato quel tempo in modo migliore di noi.
Come ogni altro film Marvel ambientato nello spazio, il film ruota attorno a una guerra intergalattica; come quasi ogni altro film marvel, il tema musicale dell’eroe è affidato a uno strumento rivoluzionario (gli ottoni!) e, come in buona parte dei film Marvel, il casino nasce o dalle Stark Industries o, in questo caso, da una cazzata fatta in precedenza dal(la) protagonista. La quale cazzata viene inserita nel film un po’ a cazzo de cane, peraltro attraverso la tecnica magistrale de “‘o dimo”.
Per risolvere la questione, le nostre tre supereroine, che si ritrovano insieme per caso e coi poteri scombinati (ma tanto neanche loro sanno bene di che poteri si tratta, quindi tutto ok), affronteranno un viaggio che le porterà alla scoperta di loro stesse (ho sempre sognato di poterlo scrivere!) e delle geniali intuizioni degli sceneggiatori, tra le quali segnaliamo: Pianeta Musical; A(ri)strogatti; un ascensore che ti porta dritto nel salotto della stazione spaziale internazionale.
Preparatevi a viaggiare non solo nello spazio, ma anche tra le caselle di Disney+: a little bit of Monica in my life, che era aiutante dei buoni in WandaVision e pressappoco riveste qui lo stesso ruolo, peccato che in teoria sarebbe coprotagonista; Kamala, che è una carinissima Gen Z della porta accanto, finché non ti ricordi che i Gen Z fanno schifo al cazzo, con tutti i loro OMG e i loro Tv1kdb.
Il film, nel complesso, si lascia guardare e scorre senza troppi problemi (buona scelta quella della durata breve). A tratti fa anche ridere, poi dà al pubblico quello che vuole: un po’ di musica coatta, un po’ di Bollywood, un po’ di gattini. A tratti ci fa riflettere su tematiche molto terrestri, con due popoli in guerra per motivazioni piuttosto antiche.
Se non abbiamo parlato granché della cattiva, Dar-benn (abbiamo cercato su Google come si scriveva), è perché si distingue poco, se non per un piano che tutto sommato può suscitare empatia o interesse in chi guarda e per il fatto che nei fumetti era un uomo, ma va be’, era un cinecomic al femminile.
Usciamo dalla sala come Kamala: guardiamo ai nostri eroi con ammirazione, nell’attesa che tornino a fare su di loro dei film che ci emozionino davvero.
Siccome, però, una speranza ve la vogliamo dare, quella vecchia volpe di Samuel L. Jackson, tutt’altro che al suo primo rodeo, regala sempre momenti di grande gioia e black power.
La scena dopo i titoli di coda, inoltre, potrebbe essere del tutto inutile oppure dare all’UCM nuova linfa vitale.