- Uscita
- 2023
- Regista
- Eli Roth
- Paese
- USA
- Durata
- 106 min
Voto complessivo
I nostri voti
In breve
Lui è tornato. Scegliete voi se con Lui sia da intendersi Eli Roth oppure lo slasher anni ’80. Fatto sta che lui è tornato carico a pallettoni.
Il Ringraziamento a Plymouth è sentito fortissimo, perché qui arrivarono i vecchi coloni inglesi sulla Mayflower, quindi si sprecano rievocazioni, parate e idolatrie di John Carver, un padre pellegrino.
Alla tipica cena con tacchino, il regista ci presenta i protagonisti adulti, che comprende lo sceriffo locale (Patrick Dempsey), il Mark Caltagirone di turno che possiede tutto in città, con compagna annessa, e un altro paio di onesti lavoratori americani.
In realtà però tutta la vicenda prende le mosse da un Black Friday in cui le cose sfuggono di mano alla sicurezza di un grande magazzino e ci scappano un po’ di morti e feriti. Tra i colpevoli indiretti del massacro, il classico gruppo di adolescenti, stranamente non abbastanza sgradevoli (non tutti, almeno) da farti tifare all’istante per l’assassino che sai che arriverà.
Puntuale come la morte -letteralmente-, l’anno seguente il ringraziamento si tinge di rosso. Un killer con la maschera dell’eroe locale John Carver comincia a mietere vittime sia tra gli adulti che tra i ragazzi, per insegnare la lezione (che vale al film il 7 in semantica) che il consumismo che ha condotto al massacro del Black Friday scorso è una merda e va punito.
La protagonista adolescente, che chiameremo Ariana Grande e che è anche la figlia di Caltagirone, si sente responsabile e cerca di aiutare lo sceriffo e coalizzarsi coi suoi amici per fermare l’assassino.
Il regista dimostra di aver fatto i compiti a casa e propone un film che è credibile, lontano dagli ultimi Scream e Venerdì 13 che sono gli spettri (perdonate il gioco di parole) dei film del passato.
Certo, in quanto slasher la risata è sempre un po’ dietro l’angolo ma, da non cultore del genere, sono sicuro di essermi perso tante chicche e citazioni che un occhio esperto saprà trovare e che fanno onore a un regista che ha masticato già parecchio il linguaggio dell’Horror.
La tensione drammatica è costruita in maniera lineare e coerente. Unica pecca: l’identità dell’assassino è tradita un po’ in anticipo sulla tabella di marcia da una voce camuffata come il Signor Burns che si finge un alunno della scuola nei Simpson.
Le scene d’azione tengono viva l’attenzione e non sono quasi mai banali o troppo improbabili.
È un film che rivoluziona il genere o che rivedresti? Citando Cassano, “secondo me no”; è fedele a una tradizione e ti fa passare due ore in cui dare libero sfogo al tuo malcelato odio per gli statunitensi? Garantito.