Resta anche domani

29 Gennaio 202427/1004 min
Uscita
2014
Regista
R.J. Cutler
Paese
USA
Durata
106 min
Voto complessivo
I nostri voti
Regia
Recitazione
Sceneggiatura
Fotografia
Effetti speciali
Colonna sonora
Semantica
In breve
Come dissero le Parche al vecchio Ade: “Un piccolo monito giunge infine: non serve sterminare un’intera famiglia in un incidente stradale per fare un film drammatico”.

L’obiettivo dichiarato del film era quello di emozionare, struggere e deprimere lo spettatore; possiamo serenamente affermare che uno su tre è stato raggiunto. Ovviamente il riferimento è alla depressione: quando sei al cospetto di un così basso livello attoriale e di scrittura è veramente difficile trovare validi motivi per non cavarti gli occhi a mani nude come Topolino nel celebre meme.

La sceneggiatura è terrificante: i dialoghi sono privi di qualunque attaccamento alla realtà come nei più classici teen drama. D’altra parte non ho mai vissuto la realtà di un college americano, quindi sono pronto alle scuse in pubblica piazza qualora venissi a sapere che effettivamente i giovani a stelle e strisce sono soliti parlare come la parodia di loro stessi. Inoltre, la trama di questo film è profondamente legata al mondo della musica nella sua accezione rock, ambiente che gli sceneggiatori hanno dimostrato di conoscere così approfonditamente da riuscire ad eguagliare, ma mai superare (vero orgoglio italiano), i risultati dei loro colleghi italiani quando si tratta di rappresentare i giovani e le droghe negli sceneggiati rai.

Purtroppo per estrarre tutta l’essenza della drammaturgia la “sceneggiatura” non è sufficiente, sono necessari attori in grado di farti vivere le emozioni, provare i sentimenti che loro provano, disperare per il loro dolore; questi, invece, fanno solo piangere. Non sono stati in grado di portare a termine una sola scena in cui dovessero fare qualcosa di più espressivo che limonare. Tutti i momenti più drammatici della storia sono semplicemente imbarazzanti (vi consiglio fortemente la scena in cui la protagonista corre disperata e cade a terra, giuro che sono tornato indietro per rivederla). Nonostante la fabula raccontasse vicende drammatiche era totalmente impossibile empatizzare con quegli opossum impagliati.

Ho deciso, per non essere troppo cattivo, di non fare minimamente menzione alla fotografia e agli effetti speciali degni delle peggiori puntate di Settimo Cielo. Si salva solo la rappresentazione della famosa luce del paradiso che ti chiama a sé, ma solo perché la tua unica speranza è che la protagonista decida di abbracciarla ponendo fine a questo strazio di 106 minuti.

Come dissero le Parche al vecchio Ade: “Un piccolo monito giunge infine: non serve sterminare un’intera famiglia in un incidente stradale per fare un film drammatico”.

Autore

Quentin Malandrino

Quentin Malandrino

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